Estratto della tesi di laurea triennale in Studio e Gestione dei beni culturali dal titolo “La festa popolare fra tradizione e neotradizione. Il caso del territorio novarese” di Girotto Silvia. Anno Accademico 2012-2013. Università degli studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”
Dipartimento di Studi Umanistici.
La storia
La corsa degli asini risale al 1947, finita la guerra, si organizzarono grandi festeggiamenti in onore dei SS. Patroni Michele e Gregoria. Alcuni amici ebbero l’idea di arricchire il programma dei festeggiamenti organizzando la corsa degli asini. Dopo qualche avversità da parte degli organizzatori della festa, la corsa fu accettata. Così il lunedì pomeriggio, all’insaputa di tutti i cameresi, finita la funzione religiosa, il vescovo di Novara mons. Leone Ossola diede il via alla gara, al “Primo Grand Prix da Cambra”.
Negli anni successivi, per renderla più impegnativa, la corsa era ostacolata dal pubblico, che ostacolando il passaggio delle cavalcature cercava di rallentare gli asini, con o senza ostacoli, posizionati lungo il percorso. Nonostante ciò col passare del tempo l’interesse andava via via svanendo, si faceva sempre più sentire un bisogno di cambiamento, fu così che nel 1987 don Franco chiese l’aiuto dell’artista di Cameri, Enzo Rossi da Civita (Dall’intervista fatta all’allora assessore Antonio Migliorini).
Il lavoro di Enzo Rossi da Civita
Per riuscire a mantenere attivo il Palio degli Asini, Comune e Don Franco chiedono l’aiuto dell’artista del paese, Enzo Rossi da Civita.
“Nel luglio del 1987 venne convocata al circolo Cpl di piazza Santa Maria la prima riunione con le componenti rappresentative del paese: l’Oratorio, per i giovani, la Cpl, che faceva da riferimento a un gruppo politico importante (i comunisti), gli agricoltori, gli Alpini e i commercianti.” (Dall’intervista fatta all’allora assessore Antonio Migliorini).
Enzo Rossi iniziò subito il suo lavoro di rinnovamento, introducendo nuovi rioni, sostituendo le precedenti confraternite e associando ad ogni rione un simbolo. La scelta dei rioni è ricaduta su Aquila, come sede dell’Areonautica; Serpente, per gli agricoltori; Cavallo, per le confezioni Guidotto e per l’impresa Morotti e Pantera, per il circolo Cpl, mentre l’Oratorio sarebbe stato zona neutra.
“Gli animali e i colori scelti hanno un significato: l’Aquila per il volo e i colori che la rappresentano sono arancio e celeste, dove il celeste è vicino all’Aeronautica; il serpente con la spada per la campagna con i colori rosso e blu che rappresentano la terra; il cavallo (originariamente pensato per l’Oratorio), simboleggia l’energia e la vitalità dei giovani e i colori giallo e nero rappresentano la competizione; Pantera per l’orgoglio del gruppo e i colori giallo e viola rappresentano la grinta.” (Carrer, settembre 2008 pag.10).
“La divisione – precisa l’artista in un’intervista fatta a Margherita Carrer- è stata studiata tenendo conto di dare importanza all’ingresso dei rioni in piazza Dante”.
Sempre merito di Enzo Rossi è il Palio, non il solito vessillo, ma una scultura, destinata a rimanere negli anni. In questa scultura di bronzo, alta un metro e quaranta, vengono raggruppate le simbologie del paese. Attualmente conservato in una teca, è nell’atrio del Palazzo Comunale.
“In esso vi sono le chiese, la Parrocchiale e quelle confraternali, con le loro facciate e i loro decori architettonici, la scuola, lo stemma comunale, gli insediamenti produttivi tessili (telaio), chimici (alambicchi), agricoli (stalla sociale); ci sono gli elementi sportivi (il calcio, il ciclismo), gli elementi sociali come la raffigurazione della Casa di Riposo, gli oratori, il rimando al Monumento alla Resistenza, alle cascine. Verso l’alto sono ricordati anche i santi Patroni, rappresentati dai loro simboli (la palma del martirio, la spada e la bilancia). Su tutto, sopra il campanile della chiesa Parrocchiale che chiude la composizione, lo slancio verso l’infinito: le spighe, simbolo della vita e dell’antica attività del borgo, e gli aerei, le macchine del futuro che, sfrecciando nel cielo, portano simbolicamente verso l’alto la vita della comunità attuale.” (AA.VV., 2008, p. 77). Inizialmente si era deciso che dovesse andare in dono per un mese al rione vincitore, oggi è custodito in una bacheca all’ingresso del comune.
Altre opere d’arte eseguite da Enzo Rossi sono i vestiti da lui disegnati per la sfilata che precede la Corsa degli asini. “Creò e inventò circa 200 costumi, i vessilli, i loro colori e definì la sequenza dei personaggi durante il corteo che accompagnava il carro con il palio. che andavano a sostituire casacche e divise semplici.” (AA.VV., 2008, p. 77).
Il Palio oggi
Ancora oggi il Palio di Cameri è molto sentito dalla popolazione. Rimasto invariato negli anni, ad occuparsi della sua organizzazione e di tutti gli episodi che lo precedono, non sono più gli agricoltori, ma è l’Ente Palio, con l’aiuto di Pro Loco, Rioni e Comune. Lo storico percorso prevede la partenza in Piazza Dante, a seguire via Baracca, via De Amicis, via Mazzucchelli, via Cavour e arrivo in Piazza Dante.
Durante la settimana che precede il Palio, le serate sono allietate da diverse manifestazioni: il concerto della banda del paese, “Banda Margherita”, i giochi della tradizione, un concerto di gruppi musicali del paese e non, e da qualche anno, con grande successo, è stata introdotta la cena dei rioni, il sabato sera, dove ogni rione, ritrovandosi nelle sue vie, (appoggiandosi a ristoranti o bar presenti), organizza una cena tra contradaioli e simpatizzanti. Dopo la cena la serata continua tra musica e bancarelle lungo le vie centrali del paese. La domenica invece è la serata occupata dalla processione, dove vengono portati per le vie, seguiti da una folla di fedeli, i santi patroni su carri allegorici costruiti da volontari.